Mino Carbonara
E’ arrivato un “nuovo 25 aprile” e un “nuovo Primo maggio” e soltanto l’emergenza indotta dal coronavirus farà si che sarà spenta, solo per quest’anno, la mia indignazione e perplessità su una usanza che purtroppo da tempo ha preso piede nella stragrande maggioranza delle diocesi italiane: quella di celebrare le feste dell’iniziazione cristiana nei giorni delle feste civili.
Si fa continuamente appello all’impegno ed alla testimonianza dei cattolici nella comunità civile ed invece si continua a separare il sacro dal profano come se la vita umana per i credenti non fosse un unicum che abbraccia tutti i valori umani primo fra tutti la libertà. Il senso più profondo dell’Incarnazione e della Pasqua appena celebrata non sta forse nel dono della libertà che ci è stato dato da Dio? Mi piace ricordare a tal proposito una celebre espressione di Teilhard de Chardin: “Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana”.
Non si spegnerà mai il ricordo di tanti cattolici, tra questi sacerdoti e religiosi, che hanno costruito la storia d’Italia con la loro presenza, in tanti casi con il martirio, per affermare la dignità dell’uomo offesa nella società e nel lavoro.
Colgo l’occasione per proporvene uno appena scomparso qualche hanno fa e che ho conosciuto solo perchè un laicissimo cantante, tra i miei preferiti, appartenente alla corrente del combat folk, ha composto la colonna sonora finale del film che ne rievoca le gesta sue e di un manipolo di “Aquile randagie” che difendevano il valore della libertà, un valore sacro ma non religioso.
Buon 25 aprile e buon Primo Maggio 2020
Don Giovanni Barbareschi https://www.youtube.com/watch?v=9sgauT8ij4g
Cisco (già cantante dei Modena City Ramblers) https://www.youtube.com/watch?v=BabCraDCnfA