ADDIO AD ARRIGO COLOMBO FILOSOFO E STUDIOSO DELL’UTOPIA

Pubblichiamo questo ricordo apparso sul QUOTIDIANO DI PUGLIA il 6 settembre 2020 precedute da alcune parole del prof Gigi Perrone dell’Università del Salento scritte sulla sua pagina Facebook: “Con grande tristezza apprendo della morte del mio amico Arrigo Colombo. Era stato il mio correlatore alla tesi di laurea e ricordo con grande piacere le sue lezioni nell’aula magna con centinaia di studenti. Rimangono immemorabili le lunghe e animate discussioni dopo le sue lezioni.  Era un prete scomodo, un pensiero divergente, un libero pensatore difficilmente inquadrabile. Di grande interesse i suoi sudi sull’utopia, su cui aveva fondato un Centro studi, di cui è rimasto l’anima. Durante le lotte studentesche di quegli anni è stato sempre accanto agli studenti, da attivo partecipante.  Lo avevo sentito, telefonicamente, qualche settimana fa, era positivo, come sempre, e mi aveva colpito una sua affermazione alternativa alla mia convinzione sulla vecchiaia allorché più volte mi aveva ripetuto che lui si sentiva benissimo e che continuava a lavorare con lo stesso ritmo di sempre. Nell’occasione mi parlò dei suoi ultimi impegni su una trilogia. Deduco che la sua partenza non sia stata sofferta, ma non per noi. Purtroppo l’anagrafe non perdona. Buon viaggio amico mio, grazie del tuo insegnamento, sarai sempre presente nei cuori e nella memoria dei tuoi studenti.

Si è spento ieri Arrigo Colombo, filosofo, scrittore e poeta. Aveva 99 anni ed era membro e anima del Centro di ricerca sull’Utopia dell’Università del Salento. 
Una ricerca senza sosta quella di Colombo, lombardo di nascita e formazione ma poi diventato leccese d’adozione. Gli ideali di ricerca della verità lo hanno accompagnato per tutta la vita, sin dal periodo dei primi studi, svolti anche in Germania e in Svizzera, a Monaco di Baviera con Alois Dempf, Romano Guardini, Johannes Spörl; a Freiburg con gli allievi di Martin Heidegger, Eugen Fink, Max Müller e Bernhard Welte; ad Heidelberg con Karl Löwith; a Colonia con Ludwig Landgrebe; a Berlino con Hans-Joachim Lieber; a Basilea ha frequentato le lezioni di Karl Barth e Karl Jaspers. Fino alla laurea in filosofia teoretica conseguita all’Università statale di Milano e successivamente all’insegnamento nell’Università di Lecce, dove, da docente, negli anni Settanta partecipò attivamente al fianco dei suoi allievi alle manifestazioni studentesche. 
Profondo conoscitore del pensiero di Heidegger, nella ricerca di superamento della crisi della modernità, Colombo aveva abbandonato ben presto il paradigma heideggeriano del ritorno all’essere per proporre in tutta una serie di studi di forte spessore teoretico il paradigma dell’utopia storica come processo costruttivo di una società di giustizia, come liberazione dalla società ingiusta, recuperando il senso della storia umana come progettazione di una società di giustizia e di una società fraterna e ricomponendo nel quadro etico di questa progettazione il principio di dignità e diritto della persona.
A sostegno di questo originale e sistematico lavoro di indagine e ricostruzione storica, Arrigo Colombo aveva fondato il Centro Interdipartimentale di Studio e di Ricerca sull’Utopia, la Rivista di Studi Utopici e il Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza.
«La Nuova Utopia è il nuovo senso e la nuova realtà di questa categoria così duramente e, anche banalmente, discussa e osteggiata; rispetto al vecchio e ancor sempre dominante senso dell’utopia letteraria o filosofico-letteraria – aveva spiegato lo studioso qualche anno fa – è il progetto dell’umanità per la sua liberazione, la sua redenzione terrena».
E ancora aveva aggiunto: «Il processo eversivo della società ingiusta, società di alienazione, sfruttamento, oppressione, schiavitù, il processo liberatorio deve essere ricostruito in termini autenticamente storici, attraverso un’autentica ricerca storico-macrostorica e storico-filosofica, processo di movimenti e di eventi. Partendo dai movimenti in cui gli stessi storici dell’utopia letteraria avevano riscontrato una carica utopica, pur nel loro pregiudizio del progetto fantastico e irreale. Questo è ciò che ha fatto la Scuola di Lecce, il Centro di ricerca sull’utopia di questa università».
Un’idea e un progetto che il filosofo ha racchiuso e illustrato nella pubblicazione di diversi libri, a partire da L’utopia. Rifondazione di un’idea e di una storia (Bari, 1997).
Numerosi anche i riconoscimenti che negli anni gli sono stati attribuiti. Tra questi il Premio Internazionale per la Filosofia Karl-Otto Apel che gli è stato consegnato nel 2014 e, più di recente, il prestigioso Premio Scòla Federiciana assegnatogli nel 2017 nel corso di una serata nel Teatro Comunale di Novoli che aveva visto anche un recital incentrato sulle sue poesie, un’altra attività che da sempre lo aveva accompagnato.
Tanti, in queste ore, i messaggi di cordoglio per la scomparsa del filosofo, dai più disparati ambienti della cultura, dai suoi colleghi e dalle centinaia di studenti che negli anni hanno seguito le sue lezioni e i suoi insegnamenti. 

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