GESU’ IMPRIGIONATO DAL CRISTIANESIMO

Antonio Greco

“Dolcissimo Gesù, ritorna in mezzo a noi. L’umanità di oggi ha bisogno estremo di un nuovo incontro con Te”.

Lo scrive Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, 90 anni il prossimo 31 dicembre 2023. Un vescovo povero e accogliente, un uomo la cui vita è radicalmente legata a Gesù, al Gesù dei Vangeli. Una vita di profezia oscurata, disprezzata, non riconosciuta.

La citazione è tratta da un suo bellissimo scritto pubblicato da Adista del 15 aprile 2023, con il titolo: “Oggi è necessario liberare Gesù”.

(https://www.adista.it/articolo/69817).

Liberare Gesù dal cristianesimo e dalla chiesa”, “Tornare a Gesù”, “Basta il Vangelo”, “Perché non possiamo più dirci cristiani” …: slogan ideologici, di polemiche pretestuose, di assunti pregiudiziali?  

Non è il caso di Nogaro. Tutta la sua vita poggia su un unico fondamento: “Io amo Gesù! Lo amo senza limiti e confini! È tutt’uno con me! È l’amore! Non ho bisogno di altro! L’amore armonizza la mia voce e il mio operare! Gesù è determinante! Esaustivo! Lo amo!

E, con coerenza e senza ipocrisie, scrive: “Io sono un uomo di Chiesa e amo la Chiesa” ma “non è la Chiesa che salva, è Cristo che salva”.

Lo scritto, scevro da sentimentalismi, da spiritualità astratta e verbaiola e da larvato interesse individuale ed ecclesiale, è molto profondo, è intriso di conoscenza biblica e dei Vangeli “ruminata” e “vissuta”. L’esegesi storico-critica dei testi, la più aggiornata, pur presente, non ha nulla di didascalico e di astratto.

Tento una sintesi del documento, con un forte invito a leggerlo per intero, con un angolo visuale (per me impellente ora): cogliere i punti nodali per discernere, se, nonostante tutto, è più vicino al Vangelo chi rimane o chi decide di uscire dalla chiesa cattolica.

1. Il Vangelo di Gesù di Nazareth è tutt’altra cosa, non c’entra nulla con ciò che conosciamo come “cristianesimo” dal 313 d. C.

“Il mio entusiasmo giovanile per l’Ecclesia reformanda di Giovanni XXIII rimane sempre vivo. Ma penso che la Chiesa non si possa più riformare. È diventata ormai un grande impero sclerotizzato, al punto di non avere più elementi sorgivi e vitali per comunicare con l’uomo del nostro tempo. La malattia mortale di questa Chiesa è il potere. Dopo l’editto di Costantino del 313, la Chiesa ha accaparrato per sé tutto il potere e il papa si è proclamato “Summus Pontifex”, il capo di Stato che esercita la monarchia assoluta con la garanzia dell’infallibilità di Dio”.

“La “Chiesa reformanda” di papa Giovanni è rimasta immobile tenendo in tal modo ancora imprigionato Gesù. La Chiesa compromette il Vangelo perché fa di Gesù una ‘dottrina cristiana’, cui credere ciecamente, rendendo colpevole l’uomo che non ha fede in essa. La Chiesa rischia di togliere la coscienza e la libertà alle persone in nome di una sua infallibilità nel pretendere di definire la perfezione della vita umana con il ‘Catechismo’ della Chiesa cattolica. Papa Francesco confessa che ‘non è la Chiesa che salva, è Cristo che salva’ ”.

“Penso con angoscia che anche oggi Gesù e Chiesa non possono accordarsi. Gesù ha il Vangelo e perdona, conforta e illumina. La Chiesa ha il Diritto Canonico e il Catechismo e comanda e punisce. Gesù mi dice: ‘Io sono il diacono dell’umanità’ (cf. Lc 22,27)”.

“Gesù Cristo è ‘l’unico fondamento’ (cf. 1Cor 3,11) e ‘l’unico Salvatore’ (cf. 1Tm 2,3-5) dell’umanità. La Chiesa è valida solo quando compie una buona mediazione del Vangelo”.

2. Riportare il Vangelo nella Chiesa

“Non può la Chiesa di Cristo costituirsi come monarchia assoluta e come Stato del Vaticano. Lungo i secoli, infatti, la Chiesa ha smarrito il Vangelo e si è affidata alla Dottrina Cristiana e al Diritto Canonico, che sono opera di uomini, non più di Cristo. Nei nostri tempi di tenebra è indispensabile che Gesù riporti il Vangelo nella sua Chiesa. In questa realtà della vita umana espressamente mortificata occorrono gli Operai del Vangelo, quei testimoni liberi e umili che possono raggiungere le persone dovunque queste si trovino”.

a) La Chiesa o è diaconale o non è la Chiesa di Cristo.

“Mentre nei primi secoli il Diaconato è il ministero in esclusiva, gradualmente con l’affermazione del sacerdozio ordinato, il diaconato come ministero permanente scompare dalla Chiesa”.

“Credo anche che la prima e vera istituzione ministeriale della Chiesa e forse anche l’unica, sia il diaconato, ‘il servizio alle mense’, il servizio ai poveri (cf. At 6, 2)”.

“Il diacono, quindi, è ‘il testimone di Gesù’. Il diacono è colui che conferma e dimostra con la sua vita, di totale servizio a tutti i bisognosi, la verità di Gesù e del suo Vangelo. Solo mantenendo lo spirito diaconale la Chiesa è benessere per l’umanità, altrimenti è solo politica. Nell’età apostolica il Diaconato è l’istituzione principe della Chiesa”.

b) Democrazia è peccato nella Chiesa

“Nelle encicliche sociali si dichiara che la democrazia è la forma migliore per la conduzione della società umana. Ma nella Chiesa la democrazia è peccato”.

“Nella Chiesa, infatti, il superiore ha ‘la grazia dello stato’ che richiede solo l’obbedienza ai sudditi. La Chiesa è ancora espressione della classe medio-alta, ben lontana dalle sofferenze delle persone comuni”.

3. La disuguaglianza radicale

“Nel nostro mondo le disuguaglianze sono sconcertanti e crudeli. Ed è doveroso constatare che una causa principale di esse è il governo della Chiesa cattolica. Ancora oggi la Chiesa ha una visione tolemaica di sé stessa. Si ritiene l’essere assoluto che opera con l’infallibilità di Dio”.

“La disuguaglianza radicale, che la Chiesa mantiene come un dogma di fede, è quella delle donne rispetto agli uomini. E con questo criterio di condotta la Chiesa si rende antievangelica”.

Rinvio alla lettura di pagine bellissime, a tratti anche poetiche, sulle donne dei Vangeli che Nogaro dipinge nel corpo centrale del suo scritto. Mi basta riportare i titoli: Maria, la discepola, Maria, la madre, Le donne con Gesù e gli apostoli (Lc 8,1-3), Il matrimonio, L’episodio della donna che cosparge di profumo i piedi di Gesù (Lc 7,36-50), La donna siro-fenicia (Mc 7,24-30), La moglie di Pilato, La cena di Betania (Mt 26,6-13), Le donne alla crocifissione (Mt 27,35-36), Le donne della resurrezione (lc 24,1-12), Alcune donne fondatrici del vangelo: – la “samaritana”: la prima missionaria, – Maria di Betania: la prima credente, – Marta: la prima teologa,Maria di Magdala, la fondatrice della fede pasquale, – l’adultera: la prima femminista.

Nogaro, a conclusione di questa parte, precisa:

“La mia riflessione sulla donna non è gratuita esaltazione del suo genio, né una estrosità della mia meditazione sul Vangelo. Ho la convinzione che la Chiesa non potrà mai essere Chiesa di Cristo se la donna non viene liberata dalla sua subalternità per diventare la costruttrice responsabile della casa- Chiesa alla pari degli uomini”.

4. Invito a ripartire

“Io so che in mezzo all’inferno mondano c’è Gesù, l’esemplare dell’umanità genuina, quella che è riempita dell’Amore integrale del Padre-Madre. Perciò tutte le religioni sono vere, anche quella atea, quando portano a comprendere e ad amare l’uomo, storico, senza preferenza di persone: ‘non puoi amare Dio che non vedi, se non ami il fratello che vedi’ (1Gv 4,20) altrimenti le religioni non solo sono ‘l’oppio dei popoli’ ma sono la disgregazione e il fallimento d’umanità: tutte le guerre, infatti, sono guerre di religione. I piccoli, i diaconi, i discepoli, gli operai del Vangelo, seguono Gesù con passione irrefrenabile e mettono in pratica il ‘mio comandamento’ (cf. Gv 15,12), ‘il nuovo comandamento’ (cf. Gv 13,34), ‘l’unico comandamento’ (cf. Gv 15,17) di Gesù: ‘Amatevi gli uni gli altri come Io vi amo’. Gesù conclude assicurando: ‘Io so che il comandamento del Padre è vita eterna’ (Gv 12,50)”.

“Il Vangelo richiede al ‘discepolo’ ‘la sequela’ di Gesù: ‘vieni e seguimi’, una ‘sequela’ che si realizza nella spoliazione di tutto ciò che si possiede (cf. Mt 8,18-22; Lc 9,57-62) fino alla spoliazione dell’’io’: ‘così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili: abbiamo fatto quanto dovevamo fare’ (Lc 17,10). La Chiesa ha spostato la sequela di Gesù verso ‘la spiritualità cristiana’. Agostino, Tommaso, Pascal, Kant, Maritain… hanno sviluppato una spiritualità teocratica e umanistica piuttosto che evangelica”.

“La Chiesa ha sempre preferito invocare lo Spirito secondo una direttiva teologica-umanistica, programmando quasi la separazione dalla radicalità della ‘sequela’. Oggi è necessario liberare Gesù e ridargli la sua autenticità evangelica. Si impegnino a farlo i discepoli, i diaconi, gli operai del Vangelo e le donne”.

Fin qui Raffaele Nogaro, Vescovo PROFETA.

5. Rimanere o uscire?

Alex Zanotelli, su Nigrizia del 20 Febbraio 2020, ha rivelato che, “amico di don Tonino Bello (vescovo di Molfetta, morto nel 1993), Raffaele avrebbe dovuto succedergli a capo di quella diocesi. Ma la Conferenza episcopale italiana si è messa di traverso… ed è solo un capitolo della persecuzione che ha subito” e ha aggiunto che “la sua è vera e propria profezia oscurata, disprezzata, non riconosciuta, ma i profeti sono sempre riconosciuti dopo…”, sperando che non restino santini innocui, aggiungo io.

Sarà lo stesso per Raffaele Nogaro?

Per concludere: il dilemma soggettivo, rimanere o uscire dall’attuale cristianesimo ecclesiastico, riceve molta luce dallo scritto di Nogaro nel senso che non si pone più solo come un inquieto problema soggettivo.  E’ lo stesso Gesù di Nazareth, tramite il suo Spirito, che bussa, prigioniero dall’interno della chiesa e del cristianesimo, per uscire.

14 aprile 2023

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