IL QUARTO MAGIO

Per la festa dell’Epifania Dea Santonico, della Comunità di Base di Sam Paolo a Roma, ha inviato al gruppo genitori LGBT cristiani la storia del quarto Magio. “L’ha raccontata un po’ di anni fa Giovanni Franzoni ai bambini/e del Laboratorio di religione (così chiamiamo nella comunità di S. Paolo l’esperienza di catechesi con i bambini/e). Flora, una ex bambina del laboratorio, l’ha rielaborata. Quell’anno era la più grande del gruppo, aveva 13 anni.” Dea dedica questa storia “agli atei, a chi non ha conosciuto Gesù, ma, senza saperlo, ha seguito il suo messaggio, pur non conoscendolo o conoscendone la versione distorta dai poteri che si sono susseguiti e che, non potendo più uccidere Gesù, hanno ucciso il suo messaggio, addomesticandolo e rendendolo sdolcinato e innocuo”.

Flora Niedda

Il giorno di Natale i Magi si stavano preparando a portare i doni a Gesù, quando un quarto Magio, più piccolo, si volle unire al trio. Dopo molte discussioni salì su un cammello e partì insieme agli altri tre.

Fatto un po’ di cammino vide una donna, che faceva fatica a tirare su l’acqua da un pozzo. Scese dal cammello dicendo ai compagni che li avrebbe raggiunti. Quindi aiutò la donna a portare i secchi d’acqua fino in città.

Poi si rimise in cammino e trovò un uomo ferito sul ciglio della strada. Scese nuovamente dal cammello e caricò l’uomo in groppa, lo portò in un’osteria dove lo fece curare e ripartì.

Dopo altri giorni vide molte persone in pericolo e anche parecchi feriti: c’era una guerra. Come altre guerre questa durò a lungo, trenta anni, e il quarto Magio cercò sempre di soccorrere tutti. Ma lui doveva ancora portare il suo dono a Gesù e non aveva più un cammello.

Finalmente finita la guerra, si rincamminò verso Gerusalemme, perché aveva sentito delle voci che dicevano che Gesù era lì.

Arrivato a Gerusalemme, il quarto Magio trovò Gesù crocefisso.

Si sentì abbattuto e colpevole per essere arrivato tardi.

Alla fine con un po’ di coraggio disse: “Mi dispiace: sono arrivato in ritardo e non ho potuto portarti il mio dono. Perdonami”.

Gesù rispose calmo: “Non preoccuparti: tu il tuo dono l’hai già portato dove potevi e sei stato il primo a capire il mio messaggio senza neanche conoscermi. Il tuo dono, anche se è arrivato in ritardo, è più prezioso e più onorevole di qualunque altro”.

Il quarto Magio disse: “Maestro, perché mi parli così gentilmente. Non capisco”.

Gesù spiegò: “Vedi, il dono di cui ti sto parlando è l’aiuto per i bisognosi. Questo è il motivo per cui io sono qui. Ti chiedo di continuare a metterlo in pratica con tutti. Tu l’hai fatto per generosità senza pretendere nulla in cambio. Beh, un dono per il tuo puro spirito te lo offro io: ti regalo la gratitudine di ogni persona che aiuterai. Una cosa davvero rara, ammetterai”.

Ancora oggi nel presepe della bambina Flora c’è un quarto cammello disarcionato che segue quelli degli altri Re Magi. A chi potrà appartenere?

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