L’incontro del 3 settembre scorso a Brindisi, “Ero straniero”, ha avuto il pregio di chiarire ai numerosi presenti come si concretizzano due forme di accoglienza di uomini e donne in fuga da contesti ostili (guerra, fame, dittature, torture): i corridoi umanitari e il tutoraggio legale di minori non accompagnati. I corridoi umanitari per profughi siriani in salute precaria sono una iniziativa della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e della Comunità di Sant’Egidio che verificano le richieste sul posto e le propongono all’Ambasciata Italiana in Libano la quale concede i visti. In Italia le rete delle chiese valdesi e di S. Egidio in collaborazione con parrocchie e associazioni, curano la sistemazione delle famiglie o dei singoli anche dal punto di vista sanitario. Monica Natali, infermiera che lavora con la FCEI si reca mensilmente in Libano per incontrare i casi più difficili candidabili ad avere accesso al corridoio. I corridoi umanitari hanno la loro principale fonte di finanziamento nell’8×1000 della Chiesa Valdese. MedicalHope è un’associazione che cerca di soccorrere in loco i soggetti non eleggibili per il corridoio umanitario come cittadini libanesi poveri o ammalati di nazionalità diversa da quella siriana (in Libano non esiste una sanità pubblica).
La seconda modalità di sostegno all’accoglienza è il tutoraggio legale, volontario di minori non accompagnati. Il magistrato Annafrancesca Capone ha illustrato la normativa e qualificato la figura del tutore che ha la rappresentanza legale del minore e lo aiuta negli atti di rilievo pubblico. Nulla a che vedere con l’affidamento che invece prevede la coabitazione e le conseguenti responsabilità. Grazia Manni, editrice e presidente dell’ANFAA di Lecce (Associazione Famiglie Adottive e Affidatarie) ha raccontato la sua esperienza di tutoraggio di ben 18 minori. Un ragazzo diciasettenne, proveniente dalla Costa d’Avorio e alloggiato in una comunità specializzata per minori, ha raccontato la sua storia di fuggiasco nel deserto e attraverso la Libia, il rapporto con il tutore e, nel caso specifico, con una famiglia, presente all’incontro, che si è resa disponibile per alcune forme di condivisione (assistenza nello studio, pranzo domenicale, svago). Il tutore è una figura particolare che esercita la rappresentanza legale del ragazzo nei momenti in cui egli non può assumere decisioni autonomamente a causa della minore età. E’ pertanto cosa differente dall’affido e dall’adozione, evidentemente, ma è di grande aiuto per sostenere i giovanissimi verso scelte che possano giovare per il loro futuro. I tutori devono essere iscritti in appositi albi presso il Tribunale dei Minorenni dopo apposita formazione curata dalle Regioni. Vi è grande necessità di tutori in Puglia. Il 16 agosto scorso il Garante per i diritti del minore della Regione Puglia ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia un bando che scadrà il 25 settembre al quale possono rispondere tutti coloro che desiderano svolgere il ruolo di tutori e sono disponibili ad una formazione in tal senso. Il bando si trova all’indirizzo http://garanteminori.consiglio.puglia.it/.