Il gruppo di genitori pugliesi cattolici di figli LGBT+, L’Ulivo per la Vita, prosegue i suoi incontri per conoscere più da vicino la diversità e nell’appuntamento di febbraio ha invitato Carola e Francesca di Modena, una coppia omoaffettiva in cui entrambe si dichiarano cattoliche.
Carola e Francesca hanno esordito esprimendo tutta la loro delusione per i pronunciamenti recenti della chiesa ufficiale sulla omosessualità. Si sentono integrate nella loro parrocchia ma sono stufe della ipocrisia della chiesa. Fanno accoglienza anche con il vicinato e in chiesa partecipano ad un gruppo esperienziale che si chiama « Venite e Vedrete » di una decina di persone, composto da coppie e singole persone omoaffettive, parroci, suore. Hanno partecipato anche ad un convegno nazionale a Cesenatico che riuniva le esperienze delle coppie omoaffettive cristiane. Quindi, tanta apertura nella parrocchia ma tanta fatica con l’istituzione. Lo scopo del gruppo è quello di allenarsi ed allenare la comunità parrocchiale nella accoglienza della diversità. Carola viene dal movimento neocatecumenale. La chiesa, per lei, parla di accoglienza delle persone omosessuali ma poi vuole che non siano se stesse! Di fronte al dilemma « stare dentro-andare fuori » finora hanno concluso : se esco dalla chiesa il mio posto rimane vuoto.
Anche i genitori di figli LGBTQ+, grazie a questa presenza, prendono coscienza di avere un ruolo da svolgere. Figli e genitori si fanno forza a vicenda. Parlare con un genitore di figli* LGBTQ+ aiuta il coming out del figli*. Il clericalismo, però, lo abbiamo introiettato, non siamo capaci di guidare una preghiera di gruppo se non c’è un prete.
Gli interventi hanno sottolineato che l’emarginazione femminile nella chiesa è molto contigua a quella delle persone omoaffettive. La teologa Selene Zorzi ricorda che le donne sono la maggiore delle minoranze. Il margine della Chiesa cattolica è affollatissimo, ci sono coloro che per le loro scelte ci sono finiti e coloro che sono spinti ai margini per “natura”: le donne e le persone LGBT, una discriminazione ancora peggiore della prima. Ma è vero anche che dal margine la visuale può essere più ampia di quella che si ha stando al centro. Se ci immaginiamo una circonferenza e ci posizioniamo sulla circonferenza stessa, da lì possiamo vedere l’intero cerchio e anche, più da vicino, quello che è fuori dal cerchio. Stare sulla soglia tra il dentro e il fuori ci permette di guardare dentro e di non perdere di vista quello che succede fuori.
Geoffrey Robinson, vescovo australiano, in una conferenza a Roma nel 2014 intitiolata Le strade dell’amore disse che dare spazio all’amore omosessuale e ammettere una relazione non feconda minerebbe la dottrina morale della Chiesa.
Dagli emarginati arriva la salvezza. I giovani hanno di se stessi una concezione fluida e questo pungola l’umanità a riflettere su se stessa. La diversità è il luogo dell’incontro di Gesù, egli incontrava i diversi, i poveri e gli esclusi della società. L’incontro con la samaritana è emblematico : si poteva fermare tutto nel pregiudizio e invece Gesù dice : «se tu sapessi chi ti parla!» come a indicare che solo l’incontro autentico con l’altr* supera ogni pregiudizio.