“MA TU HAI VISSUTO? HAI AMATO?”

Ermanno Allegri

Il vescovo Pedro Casaldaliga é passato alla Vita l’8 de agosto a 92 anni. Venne in Brasile e fu consacrato vescovo nel 1971 nella diocese di San Felix di Araguaia, nel Mato Grosso.

Centinaia di articoli, riflessioni, testiminianze si susseguono in questi giorni da quelli che lo hanno conosciuto e lavorato con lui. Ma la sua luce é andata oltre alla sua diocesi, é arrivata a molti che hanno fatto attenzione alla sua vita di testimone nella scelta per i poveri come Gesú Cristo.

Leonardo Boff ha scritto: “Il grido della sua profezia, la sua donazione totale di pastore agli oppressi, la sua poesia che nutre la belleza e la sua mística vissuta con occhi ben aperti e le mani in azione, resteranno come una responsabilitá eterna affidata alle comunitá Cristiane, ai nostri indigeni e negri che tanto ha amato e a tutta l’umanitá”.

Di fatto, nella sua diocesi, come in tutta l’area rurale del Brasile, incontró lo sfruttamento dei contadini nelle grandi tenute terriere dell’Amazzonia. Fece una scelta radicale per i poveri, per quelle persone che per sopravvivere si inoltravano nelle selva spinti dall’espansione dei latifondi.

Ne é tstimonianza la sua lettera pastorale del 1971 “Una chiesa nell’Amazonia in conflitto col latifondo e la marginalizzazione sociale”. Leggiamo: “Noi, vescovi, sacerdoti, religiose, laici impegnati, stiamo qui, tra i fiumi Araguaia e Xingu in questo mondo reale e concreto, marginalizzato e accusatore.

O rendiano possibile l’incarnazione salvatrice di Cristo in questa realtá in cui siamo stati mandati, o rifiutiamo la nostra fede, ci vergognamo del Vangelo e diventiamo traditori dei diritti e della speranza agonizzante di un popolo che é anche popolo di Dio in questo pezzo di Amazzonia: stiamo qui ed é qui che dobbiamo impegnarci. Chiaramente, fino ala fine.”

Per questo impegno dalla parte di contadini, mezzadri, popoli indigeni, Dom Pedro há sofferto varie minacce di morte. Il fatto piú grave é del 12 di ottobre del 1976 nella cittadina di Ribeirão Cascalheira dove stavano celebrando la festa della santa patrona del Brasil, la Madonna Aparecida. Arrivando nella cittadina accompagnato dal sacerdote e indigenista João Bosco Burnier, seppero che nella delegazione di polizia due donne erano torturate. Andarono lá e ebbero una forte discussione con la polizia locale. Quando il padre Burnier minacció di denunciare alle autoritá quello che lá stava succedendo, uno dei soldati gli diede uno schiaffo, e un colpo alla testa col cálcio della pistola e poi gli sparó ala nuca.

Cosí era la vita e la presenza di Dom Pedro tra la gente massacrata dai ‘grandi’ e dai ‘potenti’.

Un paio di giorni dopo la sua morte, frei Betto ha scritto: “Adesso ho la chiara coscienza che ho conosciuto un santo, un profeta: Pedro Casaldaliga é santo per la sua fedeltá radicale al Vangelo e profeta per le minacce alla sua vita e per le persecuzioni sofferte.”

Ricordiamo come Dom Pedro imaginó il suo Grande Incontro con il suo Cristo Amato che, a partire da Nazareth, si mise a servizio dei condannati della terra:

“Alla fine del cammino mi chiederá:

Ma tu, hai vissuto? Hai amato?

E io, senza dire niente,

Apriró il mio cuore pieno di nomi”

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