
IV
“Il dramma palestinese” (3 agosto 2014)
Dopo “piombo fuso” del 2009 negli anni successivi i lanci di missili e razzi tra Israele e Hamas continuarono. Nell’estate del 2014 alcuni membri di Hamas rapirono e uccisero tre adolescenti israeliani che vivevano in una colonia in Cisgiordania, alimentando ulteriormente il circolo di attacchi e bombardamenti reciproci che andava avanti da anni.
A luglio 2014 Israele entrò di nuovo nel territorio della Striscia con mezzi militari, con l’obiettivo dichiarato di distruggere le basi e le infrastrutture utilizzate dai miliziani di Hamas. Tra queste c’era anche l’estesa rete di tunnel sotterranei che i miliziani cominciarono a costruire nel 2007 per importare illegalmente beni di prima necessità e strumenti militari all’interno della Striscia, eludendo l’embargo imposto da Egitto e Israele.
La guerra durò circa 50 giorni e furono uccisi oltre 2.200 palestinesi, tra cui moltissimi civili, e 71 israeliani (66 soldati e 5 civili). Centinaia di edifici nella Striscia di Gaza furono distrutti o danneggiati, tra cui scuole, case e ospedali. I combattimenti terminarono con un accordo simile ai tanti già sottoscritti negli anni passati, che prevedevano maggiori concessioni da parte di Israele verso gli abitanti della Striscia, mai davvero rispettati.
Di Schiena, in piena estate, il 3 agosto, scrive il suo quarto intervento sul problema palestinese.
Ritorna sul trionfo della barbarie con la riesplosione della questione palestinese, non più isolata ma nella vasta moltiplicazione dei conflitti in vaste aree geografiche che a est e a sud cingono in qualche modo l’Europa (dall’Ucraina all’Algeria passando per l’Iraq e la Siria nonché per i paesi del Nord Africa dove le “primavere arabe” rischiano di convertirsi in tempestosi inverni). Da notare l’attenzione posta da Di Schiena già nel 2014 all’Ucraina. E ritorna anche sulla impotenza e sul fallimento della comunità internazionale.
Una ampia parte dell’intervento è dedicata alla storia della Palestina per ripetere che quella fra gli ebrei e i palestinesi è la più folle di tutte le guerre.
Mentre Hamas si ostina a portare avanti operazioni belliche esponendo il proprio popolo a stragi e distruzioni inaudite e mentre i governanti israeliani colpiscono con i loro missili scuole, ospedali, quartieri e moschee puntando nei fatti allo sterminio di un popolo, la quotidiana “orrenda novella” ci dice che “i fratelli hanno ucciso i fratelli” e che continuano cinicamente a farlo senza che nulla riesca a fermarli.
Di Schiena non riesce a capire perché l’ONU non utilizza l’art. 42 del suo Statuto per intervenire fisicamente e stabilire la fine delle ostilità. E ritorna con un inquietante interrogativo, già avanzato nel 2009: quali meschini interessi paralizzano l’ONU che pur avrebbe, secondo il proprio Statuto, tutti i poteri per intervenire ponendo fine al massacro? Interrogativo che rimane senza risposta, come, purtroppo restano lettera morta le sagge disposizioni contenute dal suo Statuto per mantenere e stabilire la pace dove continuano conflitti che da anni sono insanabili con i soli mezzi del dialogo e degli accordi.
Denuncia le incertezze della comunità internazionale, l’afasia dell’Unione europea e la debolezza del Governo italiano. Ma Di Schiena trasforma la debolezza in un sogno: il nostro Paese non è purtroppo una “grande potenza economica” come non è (ed è augurabile che non aspiri a esserlo) una “grande potenza militare” ma ha tutti i requisiti per diventare una “grande potenza di pace“. Siamo stati in passato la culla del diritto e possiamo oggi essere in prima linea nell’impegno per il rilancio del diritto internazionale e per il potenziamento dell’ONU perché disponiamo di un prezioso patrimonio culturale e di forti energie, morali e civili, maturate in una terra che ospita la cattedra di Pietro e che è stata teatro di grandi lotte di liberazione e di emancipazione sociale.
Di Schiena guarda in alto ma sempre con i piedi per terra e con la lucidità ben rara tra molti osservatori nel 2014 segnala che quello palestinese è un conflitto che da un momento all’altro può infiammare l’intero mondo islamico mettendo a rischio i nostri vitali interessi nei paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo. E può anche far crescere a dismisura le emigrazioni di disperati verso le coste meridionali italiane.
Purtroppo, tutti gli sforzi miranti a giungere a una soluzione con due Stati sono stati sistematicamente e strategicamente boicottati, fino a che un’esplosione prevedibile, quella del 7 ottobre 2023, ha fornito l’alibi ideale. L’offensiva finale di Israele è iniziata. E dopo Gaza, seguirà la Cisgiordania. E dopo Gaza scoppierà la polveriera di tutto il Medio Oriente? Dove sono i diritti umani e il diritto internazionale?
Quando Di Schiena era in vita ci rivolgevamo alla sua rara lucidità, con la quale leggeva la politica internazionale, europea e nazionale. Oggi che ci manca da quasi quattro anni, la vastità dei suoi tanti articoli, che l’Archivio per l’alternativa MDS ha raccolto, ha molto da insegnarci sul nostro presente. Soprattutto su come il potere, il capitale, il neoliberismo come modello economico, culturale e sociale, predispongono le nostre scelte e la nostra vita.
Antonio Greco
Il mondo impotente di fronte alla guerra 2014
Foto Portaluri: Gerusalemme 2010

