Scrive Giancarlo Piccinni*: “E tu, caro don Tonino, maestro di Fede, ci sei accanto. E ci ricordi che anche Maria, donna coraggiosa, ebbe paura. Forse più di noi perché in Lei era chiara la sofferenza del Figlio e di tutti i figli della storia, il travaglio dell’umanità di tutti i tempi, anche il nostro travaglio. In Lei ci fu paura, ma non rassegnazione! Mai! “Una prova difficile la sua. Contrassegnata, come per il Figlio morente, dal silenzio di Dio”.
Scilla Cristiano*, soprano, in un Concerto nella Chiesa di San Giovanni in Monte, il 18 dicembre 2016 a BOLOGNA, l’ha invocata così (5 minuti):
https://www.youtube.com/watch?v=GhNPQN2F25Y
La dolcezza della voce, bellissima, tocca l’anima. Anche l’accompagnamento dell’ Ensemble d’Arpa, eseguito con tanta cura e grazia, abbellisce il canto, rendendolo celestiale.
Ma per sfuggire alla retorica e a una esteriore teatralità e farla diventare preghiera, proponiamo di fare scorrere in questi 5 minuti di canto-invocazione della bravissima Scilla Cristiano la riflessione di papa Francesco pubblicata sul “Corriere della Sera” del 8 ottobre 2018 su Maria di Nazareth:
“(…) me l’immagino come una ragazza normale, una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città, perché Lei è di un paesino, ma normale, normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia. Una cosa che immagino è che amasse le Scritture: conosceva le Scritture, aveva fatto la catechesi ma familiare, dal cuore.
La ri-creazione (del mondo, n.d.r.) comincia da Maria, da una donna sola. Possiamo pensare alle donne sole che portano avanti la casa, da sole educano i figli. Ecco, Maria è ancora più sola. Sola comincia questa storia, che prosegue con Giuseppe e la famiglia; ma all’inizio la ricreazione è il dialogo tra Dio e una donna sola (…). Sola nel momento dell’annuncio e sola nel momento della morte del Figlio.
A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Può dire tutto, perché è impossibile capire il dolore di una mamma. Qualcuna mi ha detto: «Vorrei vedere almeno il corpo, le ossa di mia figlia, sapere dov’è stata sepolta» (…). Esiste una memoria che io chiamo «memoria materna», qualcosa di fisico, una memoria di carne e ossa. Anche questa memoria può spiegare l’angoscia.
Sono passato tante volte in autobus davanti al carcere di Villa Devoto a Buenos Aires. C’era la coda delle mamme e le vedevano tutti, queste donne in coda per entrare, per visitare un figlio. Non è difficile immaginare le umiliazioni che deve subire una donna, le perquisizioni… Ma non importa, è per un figlio. Si lasciano calpestare, quello che importa è il figlio. A Maria importava il Figlio. Non i commenti degli altri.
Maria non può essere la mamma dei corrotti, perché i corrotti vendono la mamma, vendono l’appartenenza a una famiglia, a un popolo. Cercano soltanto il proprio profitto, che sia economico, intellettuale, politico, di qualsiasi tipo. Fanno una scelta egoistica, direi satanica: chiudono a chiave la porta dal di dentro. E Maria non riesce a entrare. Per questo l’unica preghiera per i corrotti è che un terremoto li commuova talmente da convincerli che il mondo non è cominciato e non finirà con loro (…). Maria è madre di tutti noi peccatori, dal più al meno santo. Un Papa peccatore è la realtà. Se dicessi di me di non essere un peccatore, sarei il corrotto più grande”.
Ascolto, silenzio e preghiera per i tanti morti. “Morire di Coronavirus oggi è un po’ come sparire” (Franco Arminio). Sia questo un modo per salutare idealmente tutte le persone che sono morte in questi giorni.
Il brano cantato da Scilla è attribuito al famoso Giulio Caccini (Compositore e cantante, nato a Roma verso il 1550 e morto a Firenze 1618. Musico di corte presso i Medici). Ma secondo i critici in questa composizione non vi è nulla di cinquecentesco. Il vero autore è uno sconosciuto e bravissimo compositore Russo, Vavilov, del 1970, “fregato”, dopo la sua morte, dal suo organista, che era in possesso dell’unico manoscritto, che fece passare questa “Ave Maria” come una sua scoperta di una nuova composizione di Caccini, per potersene attribuire i diritti. Ciò non toglie nulla alla sua bellezza. E’ giusto che si sappia chi sia il vero autore.
21 marzo 2020
Antonio Greco
Ringrazio il nostro amico brindisino Piero Parisi, marito di Scilla Cristiano, per le informazioni sul brano e l’artista.
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* presidente della Fondazione don Tonino Bello.
Il testo intero pubblicato in http://www.chiesadituttichiesadeipoveri.it del 20 marzo 2020 inizia così:
«Nasceva 85 anni fa (il 18 marzo del 1935), ad Alessano (Lecce), don Tonino Bello. L’Italia viveva nella miseria, nell’incertezza. Una guerra era da poco finita, ma un’altra stava per iniziare. La gente aveva paura. Come oggi. Abbiamo paura. Tutti, senza distinzione alcuna. Tutti, dal più ricco al più povero, dal più “garantito” al più indifeso».
* Il soprano Scilla Cristiano nasce in Italia, a Bologna. Studia pianoforte e si diploma in canto presso il Conservatorio “G.B. Martini” della sua città, con il massimo dei voti.
Ha frequentato l’Accademia Rossiniana di Pesaro e l’Accademia di Alto Perfezionamento del Festival Pucciniano di Torre del Lago.
Ha avuto diversi riconoscimenti in concorsi lirici internazionali.
Ha già debuttato in Italia in importanti teatri di tradizione tra cui: Teatro Comunale di Bologna, Teatro Regio di Parma, Teatro Coccia di Novara, Teatro Goldoni di Firenze, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Del Monaco di Treviso, Teatro Cavour di Imperia, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Opera di Firenze.
In Europa si è esibita nei teatri di Germania, Austria, Francia, Olanda, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Bulgaria; in Russia all’Academic Glinka Capella di San Pietroburgo; in Cina al National Centre for the Performing Arts di Pechino e in Giappone alla Suntory Hall di Tokyo.
I ruoli che l’hanno vista più volte protagonista sono: Adina nell’Elisir d’Amore, Gilda in Rigoletto, Lucia in Lucia di Lammermoor, Serpina ne La Serva Padrona, Violetta Valéry in La Traviata, Liù in Turandot, Musetta in La Bohème, Norina in Don Pasquale, Carolina ne Il Matrimonio Segreto, Oscar in Un Ballo in Maschera, Zerlina in Don Giovanni, Micaela in Carmen e Pamina in Die Zauberflöte, Rosina nel Barbiere di Siviglia, Nannetta in Falstaff, riscuotendo grandi consensi di pubblico e critica.
Scilla Cristiano è inoltre raffinata interprete nel repertorio sacro, cameristico, liederistico e da concerto.
Nel 2016 Scilla, con grande orgoglio e soddisfazione, è stata ancora Gilda in Rigoletto al Teatro Comunale di Bologna, sua città natale.
Fra i prossimi impegni Micaela in Carmen, Lucia in Lucia di Lammermoor e una tournée italiana di uno spettacolo originale, Il Racconto del Flauto Magico, con Elio (cantante de “Le Storie Tese”) accompagnati dall’Ensemble Berlin (solisti della Berliner Philharmoniker).
“Sentinella del mattino”: …Vergine della attesa donaci un’anima vigiliare.Don Tonino Bello ne fa una sentinella. Noi con il Magnificat ripetiamo la grandezza della donna e della madre. Il Suo “eccomi” e il nostro eccoci.
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