“CHI SONO IO, FRANCESCO? Cronache di cose mai viste” è il titolo dell’ultimo libro di Raniero La Valle, giornalista, per molti anni senatore della Sinistra Indipendente, direttore dell’Avvenire d’Italia per le cui colonne seguì e raccontò il Concilio Vaticano II.
La tesi principale del libro è quella che Francesco non stia tentando tanto una riforma della chiesa, spostando l’asse da una chiesa verticistica ad una chiesa del popolo, quanto piuttosto cercando di annunciare un Dio diverso.
Il Papa non fa altro che parlare di questo Dio misericordia: la novità è se Dio è tutto misericordia, un Dio che solo ama, non punisce, non giudica. Una misericordia che non è buonismo: tra il cardinale pedofilo e le vittime di pedofilia, in Vaticano si arresta il cardinale perché si ha misericordia delle vittime.
La vera novità è dell’annuncio, il nuovo modo con cui da questo semplice ambone di Santa Marta si annuncia Dio. Raccontare le fede nel modo in cui gli uomini del nostro tempo possono comprenderla è ciò che sta facendo Francesco ed è quello che diceva il Concilio ed il discorso di apertura di Giovanni XXIII. Quando il papa dice, in polemica con la guerra santa, non si uccide in nome di Dio, nessuna violenza può addurre a sua legittimazione una giustificazione religiosa, perchè in Dio in cui non ci può essere violenza, si realizza una conversione durata secoli durante i quali c’è stato un fraintendimento di Dio.
Questo pontificato rimette in discussione il rapporto tra la chiesa e la modernità. La modernità nasce in conflitto con la chiesa. La chiesa si oppone alla scienza, al diritto secondo natura, alla democrazia rivendicando un potere che domina anche la società, alla libertà di coscienza (la libertà deve essere subordinata alla verità). Facciamo come se Dio non ci fosse: questa è stata la convenzione, la finzione durata per secoli. Perché la chiesa si era messa al posto di Dio e diceva quel che si deve fare. Se noi non possiamo sostituirci a Dio allora dobbiamo ascoltare tutti coloro che la chiesa ha finora emarginato senza giudicarli, omosessuali, divorziati risposati, preti risposati, donne che hanno abortito.
Ma questa società come funziona senza Dio? Francesco si chiede allora se non si sia annunciato un Dio sbagliato. Riapre la questione di Dio, racconta un Dio che nessuno aveva mai raccontato. Se riusciamo a riproporlo a questa società, possiamo partire da qui a riparlare della economia che uccide, della discriminazione della donna, della fame. Nell’Anno Santo non parliamo della misericordia ma facciamo la misericordia. Annulliamo i debiti dei paesi schiacciati dall’economia finanziarizzata. Si era tentato di risolvere i problemi agendo come se Dio non ci fosse, ma si è fallito, oggi più in là del riformismo non si va E’ necessario liberare l’età moderna da questa amputazione di Dio e proporre qualcosa di diverso a servizio del mondo e della società e qualche rivoluzione sarà ancora possibile.
Questo papa ascolta la cultura degli altri. Non basta scegliere i poveri, prendere i poveri e metterli al centro del cambiamento perché i poveri già lottano per il loro riscatto, bisogna sostenerli nella loro lotta. E’ quello che ha detto ai movimenti popolari riuniti in Vaticano.
E’ una partita decisiva il cui risultato è ancora in forse. perderla sarebbe un disastro, vincerla darebbe nuova speranza al mondo.
Chi sono io, Francesco? Cronache di cose mai viste. La Valle Raniero, 2015, 204 p.Ponte alle Grazie (collana Saggi)
Nell’audio seguente una presentazione da parte dello stesso autore presso la Cdb di San Paolo a Roma il 27 marzo 2015