Il rito di beatificazione di madre Elisa Martinez si è svolto il 25 giugno 2023 sul sagrato del Santuario De Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca e ha visto la partecipazione di oltre 3000 fedeli. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle cause dei Santi (in rappresentanza del Pontefice). Il miracolo attribuito a Madre Elisa è legato alla storia di una madre marchigiana che rischiava di perdere la bimba ancora nel suo grembo.
Col titolo <I veri miracoli “erga omnes” che la Chiesa non predilige> è stato pubblicato su Quotidiano di Puglia del 29.6.2023 un commento di Giovanni Seclì che riprende alcune espressioni del professor Emilio Piccione, esperto della consulta medica del Dicastero cause dei santi nella causa di beatificazione di Madre Elisa Martinez. Lo pubblichiamo di seguito perchè contiene, a nostro parere, una intelligenza del fenomeno scientificamente incompreso che non si presta all’ambiguità e alla manipolazione in questi casi sempre incombenti. “Ma come spiegare perché il miracolo è solo un ascolto eccezionale e singolare da parte della divinità, verso pochi e non tutti? Le discriminazioni terrene si reiterano anche a livello divino? È un domino o un circolo vizioso di concatenazioni misteriche!”
Giovanni Seclì
“Due cose posso affermare con convenzione, alla luce di una lavoro svolto ormai da trent’anni: la prima che ci sono casi, quello della signora è uno di questi, che non hanno riscontro con quanto rappresentato nella letteratura di riferimento e che pertanto sono straordinari per l’evoluzione clinica che li ha caratterizzati e inspiegabili sul piano delle conoscenze scientifiche più attuali. La seconda che dobbiamo essere consapevoli dei limiti che la scienza ha nel cercare di spiegare questi eventi”.
Affermazioni chiare, inconfutabili, intellettualmente oneste del professor Emilio Piccione, l’esperto della consulta medica del Dicastero cause dei santi nella causa di beatificazione di Madre Elisa Martinez. Il caso della signora è un’anomalia nella letteratura di riferimento; ma di quante anomalie si nutre il progresso scientifico e l’evoluzione della conoscenza umana? Le anomalie, gli errori possono avere varie soluzioni.
La prima opzione considera le anomalie deviazioni rispetto alla conoscenza consolidata e tradizionale; quasi vizi della natura o degli strumenti d’indagine e non imputabili al modello e al sistema di conoscenze accettato e dominante. La seconda soluzione fa progredire il sapere: assume le anomalie come punti di partenza per nuove domande, cambiare metodo e paradigma scientifico, cercare strade alternative, procedere per prove ed errori. La terza prospettiva le subisce, si sottomette, rimarca con esse i limiti del sapere umano: “Sapere di non sapere” (Socrate), “Docta ignorantia” (Cusano), “Ignoramus et ignorabimus” (Du Bois Reymond), etc. La quarta strada cerca di spiegare l’inspiegabile anomalia naturale ricorrendo all’inspiegabile del sovrannaturale: ai miracoli, alla potenza dell’inconscio universale, alla medicina esoterica e magica, alla potenza radionica e di fluidi energetici manipolati da medium dell’assoluto sconosciuto.
Il miracolo è spiccare il volo verso l’infinito, da parte della nostra ragione che in esso si esalta e si annichilisce, quando incapace di ripercorrere e connettere l’indefinita serie causale che lega gli eventi naturali, attraverso la quale solo dovrebbe darne una spiegazione. Così argomentava Spinoza nel XVII sec. Comunque consapevoli che la “verità scientifica” conseguita è sempre approssimativa e mai totalizzante. Questa pretesa epistemologica, oggettivistica ed essenzialistica, quando si afferma blocca il progresso del sapere, trasforma le verità in dogma inconfutabile.
“Fenomeni inspiegabili per le conoscenze cliniche attuali”, continua Piccione; ciò non esclude la possibilità che possano avere in seguito una soluzione; ma nel frattempo come si legittima la supplenza del miracolo al limite odierno della scienza? Psicologicamente e umanamente il ricorso ad una potenza superiore, onnipotente e benevola è una prospettiva di sicurezza terrena e ultraterrena, fondamentale per sopravvivere alla precarietà esistenziale. Ma come spiegare perché il miracolo è solo un ascolto eccezionale e singolare da parte della divinità, verso pochi e non tutti? Le discriminazioni terrene si reiterano anche a livello divino? È un domino o un circolo vizioso di concatenazioni misteriche!
Conclude il professor Piccione che “la scienza ha limiti nello spiegare questi eventi”. Ma perché interpretare tali parole come legittimazione di un intervento divino “ad personam”, nell’incapacità di una spiegazione relativa, problematica, approssimativa della imprevista evoluzione della anomalia fisiologica? Peraltro il professor Piccione avanza un’ipotesi laica per spiegare l’evoluzione miracolistica della patologia: “Il feto dopo un mese critico si è abituato all’ambiente intrauterino sfavorevole”.
Tali considerazioni, invece di far riflettere sulle anomalie, i limiti della nostra conoscenza, delle nostre previsioni, sulla complessità delle dinamiche naturali rispetto alle prognosi fondate su diagnosi di laboratorio pur attendibili, fanno inneggiare al merito della beata Suor Elisa Martinez di promotrice dell’intercessione presso Dio. Si esclude il miracolo naturale, che emerge dalla mirabile analisi dell’esperto, a favore di quello divino che ne legittima la canonizzazione.
Non diversamente è avvenuto per molte altre elevazioni agli altari, per le quali la prova del miracolo è la condicio sine qua non. Che sempre è accompagnata da due modalità anomale, pur nella ripetitività del loro manifestarsi: solo miracoli di guarigione del corpo, mai dello spirito, o dalle violenze sociali; miracoli e apparizioni che si eclissano dopo la canonizzazione (dove sono oggi gli eventi miracolosi di Padre Pio, tanto diffusi e prima della santificazione?).
Ma due miracoli sono inconfutabili per Padre Pio e per Madre Elisa: le loro opere di carità, di amore per il prossimo, che per Sant’Agostino è la vera incarnazione dell’amore di Dio. Esse non sono “ad personam” ma “erga omnes”, senza distinzione, anzi privilegiando le condizioni di emarginazione e di scarto sociale (Papa Francesco): l’accoglienza delle madri e dei figli socialmente a lungo reietti, vissuta e da lei promossa come un dono (vescovo Angiuli). Perché tali miracoli ancora oggi non sono ritenuti fondamentali e sufficienti dalla Chiesa, come il sangue dei martiri, per sancirne la loro santità?
Lecce, 29 giugno 2023

